Viaggio di mezza estate

Seduto sul sedile dell’aereo con lo sguardo fuori dal finestrino rivivo questi quindici giorni.

Gli occhiali da sole mi aiutano a nascondere le lacrime che mi inumidiscono il viso. 

Vorrei tanto scendere ed iniziare a correre. Provo a smettere di piangere ma peggioro solo la situazione; una tempesta di emozioni sta regnando sovrana in me. 

Vorrei raccontare tante cose.

È stato un viaggio pazzesco.

Ho sbloccato nuove mete sulla cartina geografica.

Ho realizzato una serie di miei sogni.

Ho tastato con i cinque sensi nuove culture, tradizioni, specialità, stili di vita.

Ho conosciuto gente che mai mi sarei aspettato di incontrare.

Ho ammirato il sole sorgere e tramontare, sparire dietro una nuvola passeggera e ricomparire più forte di prima.

Ho incrociato migliaia e migliaia di sguardi.

Alcuni li ricordo vagamente.

Altri mi resteranno impressi dentro per sempre.

Altri ancora mi sembra di incrociarli pure adesso. 

Ho riso a non finire, ho ballato, ho pianto, ho giocato, ho mangiato e bevuto senza limiti, ho guardato, ho cercato, ho urlato, ho cantato, ho corso, ho osato.

Sento ancora adesso l’adrenalina del primo giorno, atterrato a Miami con tanta curiosità, un’euforia generale, la pazza voglia di iniziare e un’energia in corpo assurda.

Sento ancora i miei capelli muoversi e farsi trasportare dal vento come la prima volta che mi sono affacciato al balcone della cabina.

Riassaporo i profumi e gli aromi dell’affascinante Porto Rico, mi viene ancora da sorridere a pensare alla sensazione di solletico che provavano i miei piedi stando a contatto con la sabbia raffinata delle Isole Vergini. 

Con la testa ritorno al primo incontro con la piccola e colorata Sant Marteen, che è riuscita a rubarmi un pezzettino di cuore. 

La mia pelle ancora lo sente il sole che si impone su di me in un caldo riposino pomeridiano all’aperto.

Rivivo le emozioni provate in Jamaica fra mare e cascate, un brivido mi percorre la schiena a pensare al momento del mio impatto con l’acqua al primo tuffo fatto alle Isole Cayman, da cui non me ne sarei mai voluto andare. 

Ripenso alla calda Cozumel e alla sua importante storia e mi sento bene, rivivo le emozioni di una mezz’ora di tragitto in ferry boat passato a contemplare il mare.

Mi spavento ancora a ripensare al momento del lancio dell’allarme sull’uragano Dorian, il panico generale e un finale di vacanza alternativo e poco piacevole.

È stata un’avventura a trecentosessanta gradi.

Mi porto via tutte queste emozioni che mi hanno assolutamente segnato. 

Mi porto via la luce negli occhi dei miei compagni di viaggio nel vedere i posti incantati che abbiamo visitato.

Mi porto via le nuove amicizie fatte.

Mi porto via una cantata in ascensore davanti a gente che osserva imbarazzata ma divertita.

Mi porto via risate di gruppo contagiose e spensierate, mi porto via tante nuove emozioni e la scena di una bambina americana che sentendo la musica si mette a ballare in piedi su una sedia.

Non dimenticherò nulla di tutto ciò che ho vissuto.

Viaggiare è e resterà la mia passione, uno dei miei sogni più grandi.

Sognare ad occhi aperti è possibile, ve lo assicuro.

Ringrazio tutti, ho finito gli aggettivi per descrivere la magia di quanto provato.

Torno, ma per ripartire. 

                                               Jackyc’è