DOVEVA ESSERE
Doveva essere il fine settimana più bello dell’anno.
Quello che si affaccia agli ultimi giorni di scuola.
Quello dove ti guardi allo specchio e realizzi che un altro anno è volato.
Doveva essere il fine settimana in preparazione ai tornei scolastici, dove non saremmo stati i favoriti, ma poco importava.
L’obbiettivo era giocare, divertirsi, e se scappa il goal esultare come non mai.
Doveva essere il weekend prima della grigliata di fine anno.
Alunni e professori, tutti insieme.
Una bistecca, un bicchiere di Coca, chiacchiere, chiacchiere e foto di rito.
Dovevano essere giorni di spensieratezza ed allegria.
Lo sono stati gli anni passati e lo saranno gli anni successivi.
Poi sarebbe arrivato mercoledì, l’ultimo giorno.
L’unico giorno dell’anno dove ti svegli prima che la sveglia suoni.
Il giorno dove sei euforico ma in fondo al cuore un po’ anche dispiaciuto.
Il giorno dove entri in classe e c’è la musica, sorrisi in ogni dove e un’aria magica.
Il giorno delle abbuffate e dei brindisi.
Il giorno dove si apre l’armadio e compare di tutto: da scarpe perse a settembre, al reparto dolciumi del supermercato, fino ad arrivare al trofeo vinto in prima.
Il giorno in cui si tirano le somme di tutte le fatiche fatte e ci si confronta con una serie di numeri che compariranno di fianco al nostro nome.
Il giorno in cui tutti i sacrifici vengono ripagati.
Il giorno in cui capisci che ne è valsa la pena.
Il giorno dell’avrei potuto fare meglio.
Doveva essere l’ultimo giorno di scuola.
Quello dei balli di gruppo in fondo alla classe.
Quello degli abbracci e delle dediche sul diario.
Quello dei saluti affettuosi con i prof.
Quello che si affaccia all’estate.
Doveva essere il weekend che inaugurava i ritrovi in centro città, le abbuffate di sushi e le feste.
Doveva essere il periodo delle code per acquistare i libri per l’estate.
Doveva essere un incrocio di sguardi colmo di emozioni.
Quelle che ti restano dentro.
Quelle che ti segnano.
Quelle che servono.
Torneranno quei giorni e tornerà la nostra normalità.
Doveva essere.
Jackyc’è
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Doveva essere... la vita è imprevedibile. Tutto ciò che ci aspettiamo perché “normale”, d’improvviso diviene eccezione o un ricordo nostalgico di qualcosa che, in tanti, nemmeno sapevamo onorare a dovere. Doveva essere... ma non è, è diverso, è un’altra cosa, vuota di normalità, piena di novità. Forse troveremo un modo per essere vicino, per esserci, anche se non come ci aspettavamo. Se tutto questo è servito per guardare con occhi nostalgici quel doveva essere, forse un senso c’è. Se hai scritto queste riflessioni, un senso c’è. Siamo risorse oltre che ricordi. Coniugarli con passione e gioia, è vivere.
RispondiEliminaDoveva essere ma non e' stato o forse si.
RispondiEliminaDoveva essere solito,scontato,normale e invece e' stato strano,diverso,inspiegabile.
Gia',proprio cosi',pero' e' stato e come tale ha lasciato il segno in ognuno dei suoi protagonisti.
Certo se ci togli lo svago,il rilassamento,la gioia di un nuovo traguardo raggiunto,la condivisione con gli amici cosa rimane?
Forse un po'di delusione per aver perso cio' che in fondo aspettavi da settembre.
Ma se guardi bene dentro hai guadagnato un'esperienza di vita diversa,una crescita interiore inaspettata,una sorta di nuovo jack perche' non sei più come prima e forse non lo sarai più.
Il difficile per ognuno di noi inizia adesso nel cercare di amalgamare i due noi,il per e il post perche' nulla e' da buttare.
Doveva essere pero'......
Spesso mi rendo conto che tu mi stai riempiendo,concretizzi cio' che sono e mi fai sperare di poterti conoscere di persona un giorno.
RispondiEliminaSe quel giorno fosse stato ieri ti avrei abbracciato forte,se quel giorno sara' domani forse non lo faro' ma non sara' meno bello sara' diverso perche' di fronte avro' comunque te.
Doveva essere...e sarà ancora,vedrai !E sarà bellissimo riconquistare un po' di "normalità".Cosa mi mancherà di più?Il gioco di sguardi,che dice e non dice,che allarga il cuore e fa sognare.Tornera'.Speriamo presto...Intanto godiamo grigliata e coca a casa propria��Anche un dolcetto...per tirarsi su��Un abbraccio non virtuale:vai da mamma Ale e fatti abbracciare da parte mia❤️
RispondiEliminaLa normalità sta tornando piano piano. Durante la chiusura tutto quello che, si dava per scontato, é diventato diverso senza una precisa spiegazione. Forse, di positivo c'è una nostra crescita inattesa, un capire che, la normalità, é la cosa più bella che ci sia, e penso che, non la daremo più per scontata, ma la apprezzeremo molto di più. Sono fortunato perché, per me, la normalità, dopo 100 giorni, è arrivata ho rivisto te, Beatrice, la mamma, ci siamo abbracciati, stretti forte forte, parlato tanto, giocato, meglio di così non potevo chiedere. Grazie per il vostro amore ed affetto ed un bravo a te con tanti complimenti. Dimenticavo, grazie per rssere ogni giorno il motivo per cui sorrido.
RispondiElimina😘😘😘
RispondiEliminaCiao Jack,
RispondiEliminadoveva essere...ma è stato, di una cosa sono certa che ricorderemo con dolore, ansia e grande preoccupazione questo strano periodo, che come uno tzunami ci ha travolti.
Come ogni cosa, anche in questo c'è qualcosa di positivo, ci siamo cercati, trovati, e rafforzati nei nostro affetti e legami.
Un grande abbraccio